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Superbonus 110%, il tempo sta per scadere. Sbloccare la cessione dei crediti fiscali è priorità

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Schifone: «Bisogna fare in fretta e bene. Semplificare il quadro normativo per far ripartire l’edilizia»

Giugno volge al termine. A luglio Camera, Senato e organi istituzionali in genere lavorano a scartamento ridotto. Ad agosto dolce dormire (e istituzioni chiuse per ferie). I prossimi due mesi e poco più molto probabilmente ci sarà poco spazio per modificare le assurde regole del cosiddetto Superbonus 110% che rischiano di mandare in fallimento migliaia di imprese (grandi, piccole e micro), liberi professionisti e cittadini.

A settembre ricomincerà il valzer dei provvedimenti e della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche che si terranno in primavara. Draghi & Co. in autunno saranno chiamati a un impegnativo percorso nella speranza di arrivare indenni alle urne. Tra guerra, manovra finanziaria e bilancio pluriennale, pnrr, riforme e decreti vari, il rischio è che il governo trovi più di un intoppo nell’approvazione di questi provvedimenti. Sicché, ci sarà ben poco spazio, nell’agenda governativa, per risolvere i problemi manifestati dal Superbonus 110%, a partire proprio dalla cessione del credito fiscale che al momento è ancora paralizzato. Eppure non è un problema di poco conto.

Oltre 30mila imprese a rischio

I cosiddetti «cassetti fiscali» sono ancora pieni. Inutili, come aveva già anticipato Federproprietà Napoli, anche gli ultimi provvedimenti che prevedevano la quarta cessione del credito (totale o in quota parte) ai correntisti da parte degli istituti bancari. Serve più coraggio e serve fare in fretta. A «rischiare la pelle» sono tantissimi cittadini italiani. Una stima lanciata poco tempo addietro, e da allora la situazione non è mutata, raccontava di ben 30mila imprese a rischio chiusura per mancanza di liquidità.

Imprese che, in caso di fallimento, manderebbero per la strada una quantità abnorme di lavoratori creando uno choc sociale non indifferente. Tantissime anche le preoccupazioni dei proprietari degli immobili, molti infatti hanno avviato la procedura in tempi non sospetti e adesso corrono più di un rischio. Come lo stop ai cantieri, le aziende in difficoltà, se non fallite, non saranno in grado di portare a termine i lavori già cominciati. Senza contare il rischio di dover di tasca propria affrontare una spesa enorme, che senza il parafulmine del Superbonus non avrebbero affrontato in questo momento di crisi, per portare a compimento le ristrutturazioni.

Superbonus 110%, Federproprietà Napoli: «Famiglie e aziende rischiano il “collo”»

«Troppi cambiamenti in corsa hanno distrutto quanto di buono c’era nel provvedimento» ha affermato Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli. «Ora bisogna fare in fretta e bene. Semplificare il quadro normativo per permettere alla misura di ripartire. Ma bisogna agire in tempi brevi perché le aziende e le famiglie rischiano il “collo”, ora. Inoltre bisognerà rifinanziare la misura visto che i fondi sembrano essere terminati visto che dei 33,3 miliardi stanziati dal Governo ne sono stati quindi già promessi 33,7 miliardi».

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