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Caro affitti, il problema non è il proprietario. Schifone: «Comune e Regione si sveglino»

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La mancanza di studentati non dipende dai piccoli proprietari immobiliari

Quando si pensa al «caro affitti», negli ultimi tempi, spesso e volentieri, si additano i «cattivi» proprietari immobiliari, senza riflettere. Si discute degli affitti brevi, per turisti, in centro città come se fosse l’origine di tutti i mali. È vero, con l’aumento del turismo e delle tasse, molti hanno preferito trasformare il proprio appartamento in un b&b in grado di generare introiti maggiori e in meno tempo ma le difficoltà manifestate dagli studenti sono di origine ben più lontana e certo non sono colpe dei piccoli proprietari immobiliari.

Senza tener presente che i proprietari, per mantenere quell’appartamento, pagano spese ingenti ogni anno e devono affrontare, come il resto dei cittadini, l’aumento del costo della vita, dei tassi o dell’inflazione. La realtà, se davvero si vuol approfondire la vicenda, è che da decenni non si mette in atto una seria politica per gli alloggi dedicati agli studenti. Per risolvere le difficoltà dei ragazzi serve iniziare a programmare, c’è bisogno di mettere in atto una strategia che guardi al breve periodo, ma anche al medio lungo termine.

Schifone: una strategia per il breve e lungo periodo

«Per tamponare il problema, nell’immediato, i Comuni possono agire sulla leva fiscale. Infatti, per le locazioni temporanee per studenti, già previsti negli accordi territoriali definiti ai sensi della legge 431/98 che usufruiscono di canoni concordati, per incentivare l’offerta è possibile, da parte dei comuni interessati, incrementare la riduzione dell’Imu dal 25 al 40% o anche 50%. In più per gli Enti locali è possibile incidere sulla Tari con riduzioni per immobili ad uso abitativo per studenti non residenti» spiega Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

Inoltre i Municipi possono agire destinando degli immobili del proprio patrimonio. «Per esempio a Napoli si potrebbe adibire a questa destinazione – afferma Schifone – l’edificio di Monte di Dio, varie volte sgombrato da abusivi e di difficile assegnazione. Struttura che è anche vicina alla Federico II o alla sede dell’Università Parthenope e comunque al centro della città. O ancora si può provvedere alla messa in sicurezza ed alla rifunzionalizzazione dell’ex studentato di via Veterinaria, sito a ridosso dell’Orto Botanico, proprietà dell’ex Iacp con progetti di restauro e ristrutturazione già pronti».

Dunque interventi immediati gestiti localmente in attesa degli interventi pluriennali della Regione attraverso l’Adisu cui competono. Per il futuro bisognerà realizzare studentati accoglienti che triplichino almeno l’attuale 10% di offerta pubblica rispetto al fabbisogno di circa 80mila posti letto.

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