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Schifone: «Tracciata la rotta, Governo mantenga la linea. No a continui cambi sul Superbonus»

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Bene abbassamento se serve a rendere strutturale il Superbonus

Il Superbonus 110%, varato dal Conte II, è innegabile, ha aiutato il mercato edilizio e immobiliare (e tutta la filiera a essi collegati) a ripartire dopo la grave crisi economica legata alla pandemia da Covid-19. Dalla sua entrata in vigore però, si è avuta una escalation di modifiche (apportate soprattutto dall’ex premier Mario Draghi) che ha reso di fatto ingestibile il sistema.

Gli istituti finanziari, in un clima d’incertezza, hanno bloccato a più riprese l’acquisto dei crediti fiscali dai privati e dalle aziende. Le imprese edili si sono viste costrette ad anticipare forti somme di denaro per completare i lavori già cominciati nell’attesa che le banche accettassero di acquistare il credito. Tantissimi privati hanno visto il proprio cantiere bloccarsi. Nel mezzo si sono scoperte anche tantissime truffe dovute, più che altro, alla mancanza di controlli da parte degli organi preposti.

Le modifiche al Superbonus del nuovo governo

Lo scorso 10 novembre il nuovo governo targato Giorgia Meloni ha voluto apportare qualche modifica «per correggere alcune distorsioni». In primis è stato abbassata la copertura finanziaria garantita dall’Esecutivo che passerà dal 110% al 90% dell’importo speso. Per fare un esempio, se i proprietari immobiliari di un condominio decidessero di ristrutturare il palazzo con dei lavori per 100.000 euro, 90.000 sarebbero a carico dello Stato mentre il restante 10% (10.000 euro) sarebbe a carico dei committenti.

Una modifica importante, che secondo quanto assicurato anche dal premier, non peserebbe enormemente su cittadini ma porterebbe il singolo proprietario a «responsabilizzarsi» e a non esagerare con le richieste economiche. Ponendo così anche uno stop all’inflazione e al caro materiali che hanno subito un’accelerazione dopo l’entrata in vigore della misura.

Altro aspetto importante sono le condizioni poste per ottenere il finanziamento per la ristrutturazione di singoli appartamenti o villette unifamiliari. Si potrà continuare ad accedere alla misura a patto che i lavori interessino la prima casa e che i proprietari stessi non raggiungano una determinata soglia di reddito (15mila euro l’anno, innalzati in base al quoziente familiare). Un tetto che dovrebbe limitare l’accesso alle famiglie meno abbienti.

Schifone: «I continui cambi di rotta ha generato panico»

«Il Superbonus è fondamentale per dare un forte incentivo al rilancio dell’economia italiana. Continuare a buttare soldi pubblici, a destra e a manca, senza una chiara indicazione, avrebbe costretto gli esecutivi a eliminare, presto o tardi la misura. Lo testimonia il buco da 38 miliardi creato in soli due anni. Ben vengano i giusti correttivi che consentano a tutti di potervi accedere, soprattutto per i proprietari immobiliari in difficoltà economiche, e di mettere al sicuro l’incentivo per gli anni futuri» ha affermato Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

«Ora però è fondamentale che il sistema trovi continuità di applicazione. Adesso che il nuovo governo ha dettato la linea, mantenga la barra dritta senza nuovi stravolgimenti» ha aggiunto. «L’esecutivo Draghi, infatti, con i continui cambi di rotta ha generato panico e confusione sui mercati danneggiando proprietari immobiliari e imprese mentre ha consentito speculazioni da parte di istituti bancari e truffatori» ha concluso.

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