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Superbonus e bonus edilizi: 47 documenti per il 730. L’Italia affossata dalla burocrazia

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Schifone: «Esempio di come il Governo Draghi ha inteso la ‘semplificazione’ amministrativa e la lotta alla burocrazia!»

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori? Macché, oggi bisognerebbe aggiornarlo in Italiani popolo di burocrati, fiscalisti e complicatori di affari semplici. Una verità ormai incontrovertibile. La prova più tangibile è quanto accaduto con il superbonus 110% nell’ultimo anno dove, via via, si è reso sempre più difficile la procedura per accedere ai fondi. Risultato? Richieste per il bonus edilizio praticamente azzerate, imprese sull’orlo del precipizio, lavoratori a rischio licenziamento, cittadini e proprietari immobiliari preoccupati e confusi come non mai.

Come se tutto ciò non bastasse, l’agenzia delle entrate con la circolare 28/E del 25 luglio ha tentato di spiegare che documenti bisognerà controllare e conservare per la dichiarazione dei redditi per quanto riguarda i bonus ristrutturazione, bonus verde, sismabonus, bonus facciate, ecobonus e superbonus. Ben 47, a «seconda delle caratteristiche dell’intervento di superbonus 110%: dai contratti di locazione ai preliminari di acquisto, passando per le copie delle delibere assembleari, le fatture, i bonifici bancari e postali, i permessi edilizi, le asseverazioni, le relazioni tecniche (con l’esordio di un apposito documento in materia di barriere architettoniche). gli attestati di prestazione energetica e una lunga lista di dichiarazioni sostitutive (21, tenendo insieme tutti i bonus casa)» spiega in un esaurente servizio il Sole 24 ore.

Più che una dichiarazione dei redditi sembra un’enciclopedia

La circolare dell’Agenzia è «frutto del lavoro svolto da un tavolo tecnico cui hanno partecipato l’Agenzia e la consulta nazionale dei Caf, offre un quadro omogeneo sulle principali disposizioni di legge, sui chiarimenti forniti da risoluzioni e circolari e sulle indicazioni pratiche per accedere alle agevolazioni fiscali, alla luce delle rilevanti novità normative intervenute nell’anno d’imposta 2021, tenendo conto anche delle risposte ai quesiti dei contribuenti in sede di interpello o di consulenza giuridica o dai Caf e dai professionisti abilitati sui temi affrontati in sede di assistenza».

In pratica? Una montagna di carte da conservare, di documenti da controllare e di pratiche da allegare. Più che una dichiarazione dei redditi sembra l’enciclopedia Treccani.

«Questo da un esempio di come il Governo Draghi ha inteso la ‘semplificazione’ amministrativa e la lotta alla burocrazia! Paletti e condizioni introdotti ‘post’ ovvero dopo che tutti i condomini si sono invischiati nelle procedure, mentre al contrario per evitare truffe e eccessi semmai andavano messi prima dell’inizio. Ora sono a rischi lavori, imprese e proprietari» afferma l’onorevole Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

Ma davvero non era possibile snellire le procedure anche, e soprattutto per velocizzare i controlli? Davvero l’Italia deve essere avvolta in un mare magnum burocratico? Questo sarà un tema urgente da affrontare per il prossimo governo, qualunque esso sia. Di che colore sia. Semplificare l’Italia e la burocrazia, sarà solo il primo, ma fondamentale passo, per diventare un Paese normale.

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