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Parlamento Ue approva case green, Schifone: «È da migliorare. Servono risorse per i deboli»

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Case green, necessario tutelare piccoli proprietari immobiliari

Seppur mitigata rispetto alla visione originaria, l’euro-follia della direttiva case green è stata approvata dal Parlamento europeo in via definitiva. La misura era stata proposta dalla Commissione a fine 2021 per azzerare le emissioni del parco immobiliare dell’Ue entro il 2050. L’Aula di Strasburgo ha sostenuto con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti l’intesa politica raggiunta con gli Stati a dicembre dopo un complesso negoziato che ne ha ammorbidito i vincoli e garantito flessibilità ai governi per attuarli.

L’accordo ha raccolto in Aula il consenso della maggioranza degli eurodeputati Popolari, Liberali, Socialisti, Verdi e della Sinistra, nonché di una parte degli iscritti al gruppo misto. Fdi, Lega e Forza Italia hanno detto ‘no’. Tra le delegazioni italiane a favore della direttiva hanno votato Pd, M5S, Avs e Iv. L’intesa politica, riferisce l’Ansa, andrà ora sul tavolo degli ambasciatori Ue al Coreper come «punto senza discussione» il 10 aprile per poi approdare sul tavolo del Consiglio Ecofin il 12 aprile, quando si chiuderà l’iter legislativo.

Federproprietà Napoli: «Rischia di costare caro agli italiani»

«L’approvazione della direttiva, così come impostata, rischia di costare caro ai cittadini italiani» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.  «Grazie a questa folle ideologia – spiega – , voluta da pochi in danno di molti, i piccoli proprietari immobiliari potrebbero essere costretti a spendere decine di migliaia di euro semplicemente per non vedersi declassato il proprio immobile, o per sventare il pericolo dell’abbandono. Questa direttiva, infatti, ha già avuto l’effetto di orientare il mercato immobiliare nonostante non fosse ancora approvata».

«Ci auguriamo che, dopo la tornata elettorale di giugno, il nuovo parlamento abbandoni questa visione folle e pensi ad azioni concreto e, soprattutto, realizzabili non in danno dell’Italia e degli italiani. Ma soprattutto a forme di aiuto nei confronti delle fasce di reddito più povere che di certo non possono subire, passivamente, la decisione degli euro-burocrati», conclude il presidente di Federproprietà Napoli.

Cosa prevede la direttiva case green

Una volta entrate in vigore le norme della direttiva case green, l’Italia e gli altri Paesi avranno due anni di tempo per preparare, supervisionati da Bruxelles, piani nazionali di ristrutturazione, ovvero tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi. Secondo l’intesa case green, almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni rispetto al 2020 andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per garantire flessibilità, gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, agricoli, militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente. Gli Stati dovranno installare i pannelli solari solo sui nuovi edifici pubblici e avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili.

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