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Lancellotti: «A Napoli la Cosap più cara d’Italia». Schifone: «Ridurla e incentivare riqualificazione»

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Bisogna aiutare i piccoli proprietari immobiliari nella ristrutturazione degli edifici

Abbassare le imposte per incentivare i piccoli proprietari immobiliari a ristrutturare il proprio patrimonio edilizio. Questo dovrebbe essere uno dei mantra dell’amministrazione comunale di Napoli guidata dal sindaco Gaetano Manfredi. Un concetto, però, completamente ignorato.

Nella città partenopea, oltre il cosiddetto ‘salotto buono’, ci sono migliaia di edifici su cui bisognerebbe intervenire per ripristinare un minimo di sicurezza e decoro ma Palazzo San Giacomo, in una delibera del 30 maggio del 2022, ha aumentato notevolmente la Cosap, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, facendola diventare la più cara d’Italia. Una situazione assurda ben raccontata dal presidente di Ance, Angelo Lancellotti, qualche giorno fa a «il Mattino».

Cosap a Napoli, in pochi mesi +150%

Si è assistito, in pratica, alla triplicazione della tariffa in pochi anni. Per montare un’impalcatura in una strada di categoria 1 (le più lussuose) la tariffa è di 3,7 euro al metro quadro, 2,598 per quelle di categoria 2 euro e 1,8 euro per la terza. Un aumento maggiorato del 100% rispetto alle tariffe praticate dalla giunta de Magistris, che in realtà già le aveva aumentate del 50%. Senza contare che a Napoli, si paga anche il contributo per l’installazione di mantovane (le cosiddette paraschegge).

«Un’impresa che ha un cantiere di lunga durata e di grandi dimensioni, aperto nei primi mesi del 2021 ha pagato circa 13mila euro, a cui si sono aggiunti altri 19mila ad aprile 2022 e altri 38mila a luglio 2022» spiega il leader dei costruttori al giornalista Luigi Roano. Ben 70mila euro in pochi mesi. Senza contare il contributo all’Anm in caso di occupazione delle strisce blu.

E a chi toccherà pagare questi soldi? Naturalmente al proprietario immobiliare che dovrà affrontare i lavori. Cifre assurde che naturalmente non aiutano il recupero del degrado architettonico che vive gran parte della città. A Milano, per esempio, per incentivare il ripristino del decoro, il Comune non chiede contributi per le attività di manutenzione e restauro. Ma anche a Roma e Torino, spiega ancora Lancellotti, il confronto è impietoso.

La cosiddetta “tassa sull’ombra” della proiezione delle mantovane sembra un paradosso. Da qui si potrebbe partire per ridurre le cifre da versare. «Bisogna incentivare i piccoli proprietari immobiliari a riqualificare il patrimonio immobiliare. Non si può pensare di fare cassa, sempre e comunque, a danno dei cittadini. Il sindaco e la giunta intervengano per ripristinare il buon senso: abbattere queste spese aiuterebbe i napoletani e l’intera città ne guadagnerebbe anche dal punto di vista della vivibilità ma anche della sicurezza» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

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