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Superbonus e incentivi, serve chiarezza. Ance e Federproprietà: «Governo e antitrust dettino tempi e regole»

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Aumento dei prezzi, concorrenza sleale e rischi legali rendono problematica la quotidianità di uno dei settori più importanti dell’economia

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Potrebbe essere riassunta così l’attuale situazione in Italia dopo l’introduzione del Superbonus 110% voluta dal governo Conte II e confermata da Mario Draghi. L’allarme arriva direttamente dalle associazioni di categoria Federproprietà Napoli e Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Le associazioni denunciano un incontrollato aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per le ristrutturazioni che sta portando a un aumento senza sosta anche per quanto riguarda il costo dei lavori interessati dal Superbonus del 110% e il pacchetto di incentivi legati alla casa e alla sostenibilità.

«I prezzi delle materie prime continuano ad aumentare – dice all’Adnkronos il presidente dell’Ance Gabriele Buia – per alcuni prodotti come il polietilene dove siamo oltre il 300%, è insostenibile. Il garante del mercato deve intervenire per capire e nel caso evitare che vi siano speculazioni. I tempi di consegna si dilatano e i prezzi sono rivisitati al momento della consegna». Se viene a mancare la rispondenza tra preventivi, prezzari, tempi e investimenti fatti per le imprese, le ripercussioni «potrebbero essere pesanti e i contrasti potrebbero amplificarsi»

La costituzione di imprese edili improvvisate per il Superbonus

Inoltre il varo dei provvedimenti stessi ha innescato la corsa a costituire imprese edili improvvisate al solo scopo di fare soldi facili grazie agli incentivi e alla pressione dei cittadini. Concorrenza che viene definita sleale e in grado di incidere negativamente sulla qualità dei lavori. Senza sottovalutare poi il rischio di futuri contenziosi legali. Una situazione paradossale che potrebbe trasformare il Superbonus, ottimo per il rilancio dell’economia e dell’edilizia in Italia, in un incubo per molti operatori. Per questo si chiede l’intervento dell’Antitrust e del Governo al fine di correre ai ripari.

«Si deve intervenire – dice Buia – e si devono fare dei controlli. Non è possibile che oggi qualsiasi persona si alzi e decida di intervenire approfittando della spinta degli incentivi e quindi dei soldi dello Stato senza avere i requisiti e la professionalità necessari. Non è possibile che lavorino imprese improvvisate. E poi si devono uniformare i requisti senza distinzioni tra incentivi».

Le aziende sotto pressione per non perdere gli incentivi

L’incertezza sulla proroga del Superbonus sta causando anche problemi per quanto riguarda la tempistica. Molti cittadini, per paura di perdere l’occasione, stanno mettendo sotto pressione le aziende. Pressione che insieme alla carenza di materie prime rischia di far effettuare i lavori necessari in fretta e furia, per accontentare tutti, e senza le dovute cautele e accortezze sul piano qualitativo. Con l’avvicinarsi dell’inverno i lavori subiranno inevitabili rallentamenti a causa delle temperature e il rischio di contenziosi legali è grande. Per evitare tutto questo è necessario che l’Esecutivo chiarisca in fretta i propri programmi dando così modo a proprietari di immobili e aziende di programmare le attività.

Schifone: «I proprietari immobiliari hanno bisogno di sicurezze»

«Il governo Draghi non può continuare a tergiversare e perdere tempo su una questione che rappresenta uno dei principali stimoli al rilancio dell’edilizia e della riqualificazione dei centri urbani e di conseguenza dell’economia italiana» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli. «Tanto più – aggiunge – che siamo già in sessione bilancio e non è possibile rinviare».

«I proprietari immobiliari hanno bisogno di sicurezze, l’incertezza sul prosieguo del provvedimento può produrre soltanto confusione e riqualificazioni fermate a metà. Senza contare la possibile nascita di contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, a causa di lavori incompleta o viziati per opera di imprese improvvisate e prive di esperienza professionale» conclude.

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